I Comune può coprire la quota sociale, o parte di essa, per la presa in carico da parte di strutture socio sanitarie a carattere di riabilitazione globale.
L’obbiettivo è quello di evitare l’istituzionalizzazione delle persone fortemente non autosufficienti, fornendo sostegno alla famiglia nel carico assistenziale.
Le strutture socio-sanitarie a carattere residenziale erogano prestazioni destinate a persone con gravi disabilità psicofisiche, che necessitano di assistenza costante e la cui permanenza nel nucleo familiare non risulta possibile temporaneamente o definitivamente.
Gli interventi sono di tipo educativo, assistenziale e riabilitativo e hanno l’obiettivo del mantenimento dei livelli di autonomia individuale nelle attività quotidiane.
Le strutture a carattere semiresidenziale offrono servizi a ciclo diurno a persone in età post-scolare in condizioni di disabilità con grave deficit psico-fisico e forte compromissione delle autonomie funzionali, per le quali non sia attuabile un percorso di inserimento lavorativo o formativo in conseguenza della gravità della loro disabilità.
In questo caso gli interventi sono di tipo educativo-riabilitativi integrati, e di tipo sanitario di media intensità, programmati in relazione a specifiche esigenze dell’utenza, con lo scopo di potenziare o mantenere le abilità residue della persona.
È prevista una compartecipazione dell’utente alla quota, che sarà individuata grazie a scaglioni di reddito definiti dalla Regione attraverso l’indicatore ISEE; per i cittadini con ISEE al di sotto della soglia minima stabilita non è prevista alcuna compartecipazione.